domenica 15 aprile 2012

La madre di tutte le traduzioni errate

Esiste un errore di traduzione che resterà per sempre negli annali, ed è talmente incredibile che se non lo avessi visto personalmente sul sito del MIUR, dopo la segnalazione da parte dei giornali, non ci avrei creduto.

Insomma, per chi non lo sapesse, attorno alla metà di febbraio di quest'anno il sito del MIUR, a questa pagina, ora corretta, ha pubblicato un bando di un progetto di ricerca:

«Dalla pecora al pecorino: tracciabilità e rintracciabilità di filiera
nel settore lattiero caseario toscano»

Bene, il titolo italiano era chiaro e sintetico. Il problema sorgeva quando si passava alla riga successiva, dove «pecorino» era stato tradotto con... «doggy style»!



Chi non conoscesse il significato di «doggy style», può trovare alcune colorite descrizioni qui (in inglese). In hoc loco possiamo solo dire che non ha nulla a che fare con il cacio; indica invece ad una posizione amatoria che differisce alquanto da quella del missionario.

Ci rendiamo conto che questo errore implica un cambio di genere del formaggio in questione, ed uno straordinario salto di fantasia nel passaggio dalla produzione del formaggio alla ri-produzione umana, ma nulla è impossibile a chi si impegna con tutto se stesso.

Non basta: la figuraccia è stata esportata anche in Europa, in un sito comunitario che riporta i singoli bandi nazionali.

Non bastava la tragedia della Concordia per rafforzare gli stereotipi che il mondo ha dell'italiano: con quella vicenda si rigirava il coltello nella piaga dell'italiano sborone, vigliacco e pasticcione.

Nel naufragio della Concordia, per motivi contingenti, non è emersa (se non marginalmente) la fissazione sul sesso, considerata tipica dell'italo maschio.

Ringraziamo quindi il MIUR per aver colmato questa lacuna.

Signori: la traduzione è una cosa seria. Già sbagliano i traduttori, figuriamoci i dilettanti!


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